Di tutto il materiale che negli anni avete trovato in rete sto ricavando alcuni blog con relativa dote di immagini ma posso sistemarli solo in “privato”: ciò significa che li leggerete (ma poi mi domando veramente a chi può interessare farlo) solo quando saranno finiti, in pratica si tratterà di blog completi dall’inizio alla fine e la dinamica progressiva in fieri di cui tanto andiamo orgogliosi sarà andata a quel paese! Non voglio essere distratto dal chiacchiericcio un po’ vacuo che ci fa interpreti di questo ambiente virtuale: IL CARTACEO sto provando a farlo diventare realtà, il copyright dei miei testi è adesso così evidente per tale motivo, siete avvisati dunque. In ogni caso il mio modo di essere nella sostanza non può cambiare, non a questa età e non con stimoli ordinari: il blog scritto da me riflette perfettamente e in toto me stesso. Altrimenti scompare che è poi il giusto destino del virtuale in senso lato: l’ho detto tempo fa, il virtuale non ci sopravviverà, il cartaceo in qualche caso sì, della memoria siamo gli unici custodi personali ed essa va dove solo noi possiamo coglierne il vero frutto. Quello non potrà mai diventare un post. Vi voglio bene almeno quanto non vi sopporti: la storia della mia vita è tutta lì. Non esiste via di mezzo tra un vero blog e un suo succedaneo morto senza relazioni e senza commenti; per rimanere vivo devo uscire dal guscio, aprirmi e aprire. Espormi e dovermi spesso ricredere sull’effettiva possibilità di comunicare. Il desiderio di vedere e conoscere le mille vite pulsanti dietro ogni nome si porta appresso anche l’accidia di restare deluso: è un rapporto di amore – odio.
sabato 13 aprile 2024
Presentazione in ritardo
Di tutto il materiale che negli anni avete trovato in rete sto ricavando alcuni blog con relativa dote di immagini ma posso sistemarli solo in “privato”: ciò significa che li leggerete (ma poi mi domando veramente a chi può interessare farlo) solo quando saranno finiti, in pratica si tratterà di blog completi dall’inizio alla fine e la dinamica progressiva in fieri di cui tanto andiamo orgogliosi sarà andata a quel paese! Non voglio essere distratto dal chiacchiericcio un po’ vacuo che ci fa interpreti di questo ambiente virtuale: IL CARTACEO sto provando a farlo diventare realtà, il copyright dei miei testi è adesso così evidente per tale motivo, siete avvisati dunque. In ogni caso il mio modo di essere nella sostanza non può cambiare, non a questa età e non con stimoli ordinari: il blog scritto da me riflette perfettamente e in toto me stesso. Altrimenti scompare che è poi il giusto destino del virtuale in senso lato: l’ho detto tempo fa, il virtuale non ci sopravviverà, il cartaceo in qualche caso sì, della memoria siamo gli unici custodi personali ed essa va dove solo noi possiamo coglierne il vero frutto. Quello non potrà mai diventare un post. Vi voglio bene almeno quanto non vi sopporti: la storia della mia vita è tutta lì. Non esiste via di mezzo tra un vero blog e un suo succedaneo morto senza relazioni e senza commenti; per rimanere vivo devo uscire dal guscio, aprirmi e aprire. Espormi e dovermi spesso ricredere sull’effettiva possibilità di comunicare. Il desiderio di vedere e conoscere le mille vite pulsanti dietro ogni nome si porta appresso anche l’accidia di restare deluso: è un rapporto di amore – odio.
venerdì 12 aprile 2024
Al pianoforte
Poi ti sedesti al piano e abbiamo parlato a lungo senza aprir bocca. Eri pieno di luce, il viso rivolto verso l’alto mentre le mani lunghissime e bianche sfioravano la tastiera. Sorridevi e la musica…Dio mio, la musica ci attraversò per sempre, bella come non l’ho mai più udita. Ma una volta può riempire un’intera esistenza. Una volta chiude parentesi che sospirano una fine dignitosa, completa il sogno in un attimo breve. E scompare lasciandoti solo la scia della nostra eternità.
giovedì 11 aprile 2024
G.
Fu una stagione breve
Ne restano tracce sparse
Solo perché la spinta era talmente
Intensa
Da non lasciare scampo
O tregua.
L’adolescenza durò una breve eternità
Piena di promesse sottointese
Di bugie golose
Di onnipotenze mirabolanti.
La giovinezza non ebbe tempo
Si sciolse sotto il sole degli inganni
Ma io ti guardo ancora
Inutilmente G.
Nel guardarti la stagione si ferma
Per farmi male
Nuovamente come allora
Come sempre.
E non mi basta mai.
mercoledì 10 aprile 2024
Errare è umano
Si sbaglia senza tregua gentile signora, si nutre l’illusione di essere fuori, la si definisce fortuna, casualità, intelligenza, lucidità, la si chiama con termini logici, ci si inventa una preveggenza che ci blocca prima di compiere gli ultimi passi falsi prima del baratro. Non mi sento più di proporre altri termini, non ci credo più e sto per chiudere la finestra. La osservo con attenzione silenziosa, quasi commossa, è stata per lungo tempo il viatico con cui ho difeso le mie incongruenze, il succedaneo imbastito a proteggere il sapore vero di alcune mie sconfitte; il sogno non mi corrisponde più e mostra tutte le sue crepe gentile signora, imbastire un’altra leggenda mi stuzzica molto…poi guardo gli infissi polverosi di questa finestra e devo ricredermi sulla novità perenne di cui ci nutriamo ogni giorno. Le confesserò di possedere in archivio alcuni momenti indimenticabili, se lei sapesse con quanto amore li ho nutriti, quante volte ho provato a farli uscire dal cofanetto del mio intimo e li ho lucidati per mostrarli nella loro luce migliore. La scrittura che esercito dall’infanzia non è altro che questo, è una parte , la più scontata, dell’intuito ineffabile di raccontare l’affetto incondizionato per lo spirito di quest’uomo affacciato alla finestra. Non c’è il tempo di riconsiderarsi al solito modo oggi preferisco usare il mio libero arbitrio e passare dal lei al tu, dovrai abituartici signora: appena scenderò a valle non aspettarmi con tutto il fardello di opinioni costruite in questi anni, non servono e sono ciarpame…il tuo come il mio cui facevi riferimento. Vuoi vedere le pietre nascoste dentro il mio cuore? Spogliati e torna umana, non ci dobbiamo niente, secoli fa erano solo diamanti grezzi, scaglie di cristallo taglienti, ci siamo feriti e ritratti, adeguare i riflessi pensammo fosse il sistema migliore per comunicarci la nostra solitudine. Se sei ancora della medesima opinione non farti trovare sull’uscio al pianterreno, dillo anche alle altre, io vado a sciogliermi altrove. Il carbonio si è trasformato in miriadi di gemme , scrutarle da solo sarebbe una imposizione stupida, mi confronto da una vita con cose stupide. La finestra la chiudo per questo.
martedì 9 aprile 2024
Fluire
Spesso la rivelazione dell’acqua che mi scorre dentro dà spazio ad interrogativi angosciosi; e tuttavia scrivere mi riesce naturale…quasi come lo stare solo sulla cattedra durante i temi d’italiano ai tempi della scuola: “ Lei si metta qui che tanto lo sappiamo bene che ha una penna prolifica e generosa” diceva così ogni volta la prof. Negri con la sua faccia di culo cartonato e grinzoso. “Le do nove, d’altronde non si è mai visto un voto più alto in questo liceo…ammesso sia tutta farina del suo sacco”. Di ogni dono o capacità imparai allora a considerare anche le controindicazioni: comunicare bene, meglio di altri e essere condannato a una solitudine quasi perfetta. Mi domando se anche i miei amici, e compagni di allora, dopo, nel divenire della loro vita, siano mai stati soli su una cattedra a guardare gli altri sguazzare felici nella loro normalità.
lunedì 8 aprile 2024
Una strana creatura
Il blog è una strana creatura molto più duttile di quanto si possa pensare. Nel contesto personale, che resta intonso se lo vogliamo, si inserisce quello pubblico, croce e delizia di noi tutti, pietra di paragone culturale ostica e micidiale in certi suoi risvolti. Sarà su quel terreno che si giocherà la vera partita di un blog, nel guardarsi in faccia, migliorare la forma del nostro pensiero e la sua espressività, confrontarla con gli altri, accettarne la diversità e difendere la dignità del nostro sentire. In questo, specificatamente, io mostro spesso la corda e lo scrivo.
domenica 7 aprile 2024
Breve amore
Credo di sapere dove mi dirigo e non mi piace; serve a poco ascoltare vecchie canzoni ma è bellissimo. Illusioni, ecco cosa rigiro nelle mani, illusioni forti e dure a morire, non allucinazioni: le voci originali in alcuni casi sono assolutamente insostituibili.
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