mi sono immaginato lo Stretto
e mi sono sentito in un film:
tutto mi è sembrato lontanissimo, l’Italia, la Repubblica e la sua politica,
Renzi, Grillo e gli altri.
Giovanni Russo è un incontro del 1974, trasmetteva su una radiolibera di Palermo, radio Elle. Figlio unico reso orfano dalla mafia, una specie di armadio a due ante solitario colto e scontroso. Facemmo amicizia e si andava in onda assieme: musica progressive, rock, classica, avanguardia. Non ci ascoltava quasi nessuno. Alla fine degli anni 70 lasciai Palermo per Catania e i contatti di interruppero. Trent'anni dopo l'ho cercato, abitava sempre al solito posto, si era laureato in medicina psichiatrica ed era invecchiato come me, malamente. Ci siamo guardati negli occhi, abbiamo parlato un po' e ci siamo detti addio. È stato meglio così.