sabato 2 marzo 2024

Geografia politica


Scendendo da piano Provenzana verso Linguaglossa, attraverso la pineta, 
mi sono immaginato lo Stretto
e mi sono sentito in un film:
tutto mi è sembrato lontanissimo, l’Italia, la Repubblica e la sua politica,
Renzi, Grillo e gli altri.

venerdì 1 marzo 2024

Una coscienza insulare


La mia storia l’ho vissuta da siciliano che si sente italiano (non riesco a dirla meglio), è questa coscienza insulare a permettere a quelli nati in Sicilia di sentirsi naturalmente italiani: non capisco perchè per gli altri italiani debba essere così difficile percorrere questa strada. Certo è un percorso che inficia molti interessi e privilegi, che necessita di apertura mentale e coraggio, non è una strada comoda sempre. Ma è l’unica.

giovedì 29 febbraio 2024

VICKTOR


Io sono uno specialissimo comune individuo
immerso in un contesto dello stesso tenore che spesso però
fa finta di non saperlo.
Sono talmente parte di questa aurea mediocritas da pensare che i ricordi
non siano omologabili come oggetti asettici senza valenza alcuna,
io per esempio ne conservo alcuni fragranti
(ne ho persino scritto per non farne svanire il profumo);
sarà stata mia responsabilità renderli tali o essi erano per proprio conto
quel patrimonio che a tutti viene concesso e di cui spesso facciamo scempio?
Non va tutto bene Vicktor
nel mio caso non vi è una sola cosa al suo posto,
tranne forse la sua improvvisa presenza qui, imprevista e piacevole
ma che non basta a rasserenarmi col mondo.

mercoledì 28 febbraio 2024

Isole


La lunga ferita azzurra che ci rende isola si snoda davanti agli occhi: poco meno di tre chilometri bastano a fare di un luogo un mondo a parte. La Sicilia scivola di fianco lungo i fianchi tondi e burrosi di una Calabria che è Sud pieno e dimenticato: una sala d’attesa infinita come il tempo necessario talvolta ad attraversare lo stretto. Mi sono sempre domandato se c'è soluzione di continuità fra le due sorelle: c’è e lo senti nell’aria. Quella d’Aspromonte è antica e lontana, l’altra diluisce i pensieri nell’eventualità di un incontro finale.

martedì 27 febbraio 2024

Una fuga


Non tutte le faccende hanno appigli che consentono almeno una parvenza di comprensione; questo libro è una fuga, ben vestita (credo) e organizzata con la logica di un maturo signore ricco d’esperienza e solitudine. Le righe scritte o riscritte sono il riflesso di un concetto esistenziale che non prevede l’età ma la surclassa, ci gioca e pensa scioccamente di averla fatta fessa.

lunedì 26 febbraio 2024

Un'etica profonda


Non v’è memoria senza conoscenza e non può esserci sapere senza analisi. Senza lo studio di quelli che furono le premesse ideologiche della superiorità della razza, senza la conoscenza della storia tra il 1919 e il 1945 in Europa non ha senso nessun giorno della memoria. Esiste un’etica profonda e generale che l’umanità sconfessa con vergognosa noncuranza, un termine di confronto che attraversa intere generazioni e che viene rimpallato tra di esse come una pietra incandescente: brucia tra le mani e fa male, meglio dimenticare e dire io non c’ero, io non ne ho colpa. E’ il sistema con il quale, nei decenni posteriori a quello orribile del secondo conflitto mondiale, milioni di esseri umani hanno “ricordato” la Shoah e dimenticato i Gulag, le prigioni dei vietcong, Guantanamo, le carceri cinesi o quelle turche e ad altri innumerevoli campi di concentramento senza svastica. Altro che giornata della memoria, non abbiamo altro che complesse operazioni di cancellazione radicale.

domenica 25 febbraio 2024

Giovanni - absolutely free


Non ci si arresta subito:
qualche anno scivola via per
inerzia,
qualche altro per
distrazione.
Una frenata diluita nel tempo.
Ci credemmo assolutamente
liberi
un tempo così lontano
da non appartenerci più?
Resta la sorpresa,
inconfessabile abitudine
di considerarsi
sempre altro.
Sarebbe stato diverso se i nostri
giorni avessimo diviso assieme
sino allo sfinimento che pare prima o poi
tutti ammala?
Da questo remoto eremo tutto appare
superfluo.
Ma ci agitiamo
pensosi di un riflesso
desiderosi di un sogno
obbligati alla mediocrità
obiettiva del nulla.
Quante altre volte
mi sorprenderai?

Giovanni Russo è un incontro del 1974, trasmetteva su una radiolibera di Palermo, radio Elle. Figlio unico reso orfano dalla mafia, una specie di armadio a due ante solitario colto e scontroso. Facemmo amicizia e si andava in onda assieme: musica progressive, rock, classica, avanguardia. Non ci ascoltava quasi nessuno. Alla fine degli anni 70 lasciai Palermo per Catania e i contatti di interruppero.  Trent'anni dopo l'ho cercato, abitava sempre al solito posto, si era laureato in medicina psichiatrica ed era invecchiato come me, malamente. Ci siamo guardati negli occhi, abbiamo parlato un po' e ci siamo detti addio. È stato meglio così.