Vado altrove alla ricerca di qualcosa che m’appartenga direttamente, senza mediazioni familiari,
che sia esclusivamente mio, qualcosa che mi faccia uscire da questo volano infinito di memorie.
Parto e non mi accorgo che sto fuggendo.
la gioia per alcuni palloncini in via Dante a Milano
il colore del vecchio mobile nella casa della nonna nell’antico paese siciliano,
l’odore penetrante di stallatico del carretto su cui in estate attraversai la Val di Mazara…
Il senso di mare una mattina quando scoprii le orme dei gabbiani sulla spiaggia e il sole era già alto.
Il rumore del vento dolce dall’Africa fra le colonne doriche.
Quell’Enzo non ha altra memoria di sé.