senza spessore né suono pure il mondo dintorno non è fermo
ma scorrente parete dipinta, ingannevole gioco,
equivoco d’ombre e barbagli, di forme che chiamano e negano un senso
– simile all’interno schermo, al turbinio che ci prende se gli occhi chiudiamo,
perenne vorticare in frantumi veloci, riflessi, barlumi di vita o di sogno –
e noi trascorriamo inerti spoglie d’attimo in attimo,
di flutto in flutto senza che ci fermi il giorno che sale o la luce che squadra le cose".
Lucio Piccolo, da Gioco a nascondere