Da un certo punto in poi non c’è ritorno, almeno non c’è alternativa esistenziale: devi accontentarti, se ce la fai, di scappatoie filosofiche, ectoplasmi del tuo pensiero in forma di deja-vu che fanno più male del presente. Io ho trascorso la mia vita litigando continuamente col mio pilota automatico. Ho anche preso una licenza di volo e l’ho sbandierata come viatico per una rotta sicura e felice mentre il pilota automatico si faceva beffe di me… adesso mi guarda con un ghigno a braccia conserte. L’aereo vola in apparente calma, niente e nessuno sembra poter interferire sul viaggio, ma se guardo fuori dai finestrini di questo Blog il paesaggio è quello di rovine a perdita d’occhio. Anche volendo riaffidare il comando alla parte più libera e selvaggia di me potrei al massimo trovare una piccola radura tra i sassi, atterrarci, accendere un fuoco e guardarmi attorno per scoprire da dove arriverà la fine.
sabato 10 febbraio 2024
Pilota automatico
Da un certo punto in poi non c’è ritorno, almeno non c’è alternativa esistenziale: devi accontentarti, se ce la fai, di scappatoie filosofiche, ectoplasmi del tuo pensiero in forma di deja-vu che fanno più male del presente. Io ho trascorso la mia vita litigando continuamente col mio pilota automatico. Ho anche preso una licenza di volo e l’ho sbandierata come viatico per una rotta sicura e felice mentre il pilota automatico si faceva beffe di me… adesso mi guarda con un ghigno a braccia conserte. L’aereo vola in apparente calma, niente e nessuno sembra poter interferire sul viaggio, ma se guardo fuori dai finestrini di questo Blog il paesaggio è quello di rovine a perdita d’occhio. Anche volendo riaffidare il comando alla parte più libera e selvaggia di me potrei al massimo trovare una piccola radura tra i sassi, atterrarci, accendere un fuoco e guardarmi attorno per scoprire da dove arriverà la fine.
venerdì 9 febbraio 2024
DUE PIU'DUE
Sono combattuto tra il narcisismo intellettuale di continuare a propormi in rete e il timore che esso mi porti ad una condizione di presenzialismo che credo di non saper gestire. Le mie capacità di socializzazione sono scarse su questo non ho dubbi… E’ un dualismo che io personalmente non ho mai risolto. Sono nato sul cartaceo, ho mosso lì i primi passi, quindi sono passato sulla vera letteratura complice la fornita libreria di casa. Infine sono approdato sull’ipertesto con contatto immediato scrittore-lettore dei blog. Ho nostalgia del primo ambiente, questo mi affascina ma non mi ha mai convinto fino in fondo, credo sia una questione di anagrafe. Il salone grande vista mare c’è già ma lo abito solo io da molto tempo: esiste l’indicazione stradale e ci si può arrivare senza problemi ma non lo fa praticamente nessuno. Raramente qualcuno suona il campanello ma…non ci incontriamo. Purtroppo.
giovedì 8 febbraio 2024
mercoledì 7 febbraio 2024
Gli estremi in soffitta
i gradini li ho saliti tutti
e mi sono accorto che nemmeno così si chiude il cerchio della vita.
Che gli estremi, dopo essersi toccati, rimbalzano via lontano;
l’intelligenza non paga,
non abbastanza da modificare il tratto col quale tracciamo il cerchio.
martedì 6 febbraio 2024
Amori impossibili
Uscirò da quella porta, mi metterò anche io dentro la mia scatoletta con le ruote, starnazzerò come gli altri omini…meglio di loro e scenderò verso il centro. Voglio vivere, oggi, voglio sentire l'umanità strusciarmi vicino lungo Via Etnea, voglio vedere se la gente si accorge di me, se capirà di incrociare nei suoi passi un vero superstite, uno degli ultimi esemplari rimasti di amante degli amori impossibili.
lunedì 5 febbraio 2024
Velleità
Le velleità intellettuali le ho sempre avute ma non me ne faccio nè un vanto nè un cruccio: ci sono dentro tante di quelle situazioni personali, familiari, geografiche ( sono siciliano) che non saprei proprio come definirle tutte. Però il concetto di liberazione profonda insito dentro la scrittura lo conosco bene e l’ho seguito sempre dentro il blog, immagino che si capisca da ciò che pubblico.
domenica 4 febbraio 2024
Let's play again
Sono stati una Fender, un basso e una batteria a governarci. Tutti.
Uscito da una sala concerto un pomeriggio incontrai per caso il ROCK,
dietro l’angolo di una sonata di Schuman si era appollaiata la chitarra di Jimmy Page:
impossibile spiegare la magia del pifferaio magico,
lui da allora non ha mai smesso di stravolgermi,
ha cullato i miei sogni vitali in quegli anni ,
dorme apparentemente sopito in questi lenti e finali.
Se scrivo oggi è perchè si è risvegliato, l’ennesimo colpo di coda,
la voglia di correre non muore mai.
La musica ha rivoltato la mia generazione,
nessuna ideologia sociale o politica è riuscita a fare altrettanto nell’immediato:
il subito, adesso, qui brucia ancora tutta la nostra esistenza;
scrivere non mi basta,
il flusso di energia che attraversa il mio cervello è troppo grande e impetuoso:
mescoliamo le carte, rivoluzioniamo i social, riprendiamo i vecchi vinili,
e per una volta scriviamo un post vero dentro una rete nuova.
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